LE PERSONE CHE HANNO SEMPRE LA VERITA’ IN MANO
- Laura Zappata
- 10 ago 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Assisto in tv ad un talk show a cui partecipano personaggi del mondo della politica e dell’economia e ben presto gli animi si infiammano, i toni si alzano e le voci si sovrappongono nel tentativo di ciascuno di far prevalere la propria opinione, del tutto incurante di ascoltare, per poi solo successivamente confutare, quella altrui.
Ad un incontro di famiglia mi permetto di chiarire che il mio pensiero su una data questione non coincide con quello di un parente e mi vedo mettere al muro con un tono duro che non ammette replica.
Sempre alla stessa riunione di famiglia assisto ad un principio di lite tra due partecipanti, dei quali uno in particolare non vuole sentire ragioni diverse dalle sue.
E poi non conto più le volte che qualche comune mortale si è prodigato di fronte a me o a mio marito in una sventagliata di consigli non richiesti, sciorinati con la sicurezza infallibile di chi è convinto di tenere in pugno il vangelo di tutte le verità.
Allora mi chiedo: ma da dove nasce questo bisogno di ostentare tale onniscienza? Perché molti esseri umani sentono la necessità di ritenere a priori valide solo ed esclusivamente le proprie ragioni? Perché ben raramente si riesce a dialogare in modo educato, umile e magari anche costruttivo? Sì, perché se solo mettessimo da parte l’arroganza e provassimo ad ascoltare il nostro interlocutore, forse ne usciremmo tutti arricchiti, sicuramente con qualche idea nuova in testa e magari meno incattiviti.
L’assertività, di cui oggi si parla tanto, non è questa. E’ qualcosa che non ha niente a che vedere con l’aggressività verbale. Sul sito EfficaceMente (http://www.efficacemente.com/2013/12/assertivita/) vi sono alcune utili indicazioni al riguardo. In ogni caso, chi è davvero competente non ha bisogno di assumere certi atteggiamenti prevaricatori, perché le sue azioni parlano per lui. Al contrario, è la scarsa conoscenza, la pochezza di acume, a spingere all’eccesso il desiderio di prevalere con altri mezzi, come l’uso di un tono di voce assordante o l’impedire all’altro di parlare.
A volte immagino un mondo in cui le persone sappiano scambiarsi idee e opinioni con umiltà, rispetto ed educazione; un mondo in cui l’alterità venga considerata una ricchezza a cui attingere e non qualcosa di diabolico da sopprimere o ignorare; un mondo in cui si dia più rilevanza alle realizzazioni concrete e meno alle parole urlate con autocompiacimento.
L’uomo è l’unico animale che sia stato dotato della parola, eppure, francamente, trovo che incida più profondamente un discorso ragionato, pronunciato con poche frasi sommesse e accompagnato da un codice non verbale significativo, piuttosto che pseudoverità imposte con un fiume di parole in modo ottusamente categorico.
Quanto a coloro che pensano di dover elargire consigli dall’alto della loro arroganza, mi limito a considerare che farebbero meglio a curare l’orticello di casa propria, dove non occorre un esame approfondito per trovare erbacce a profusione.
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