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La violenza sottile nella vita delle donne

  • Laura Zappata
  • 7 ago 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Leggo l'articolo di Gretchen Kelly su Huffingtonpost e mi dico: quanto è tutto vero e sacrosanto! Certo, la Kelly affronta una tematica importante, porta degli esempi drammatici fa riferimenti a situazioni ben precise, che hanno a che vedere con l'offesa sessuale nei confronti delle donne (http://www.huffingtonpost.it/gretchen-kelly/succede-a-tutte-senza-che-ve-ne-rendiate-conto_b_8638320.html?ref=fbpr).

Io però voglio parlare di quelle offese che, partendo sempre da una discriminazione di stampo maschilista, tendono a colpire le donne anche da altri punti di vista. Mi riferisco a situazioni banali delle vita di tutti i giorni, situazioni a cui siamo talmente abituate da considerarle normali, ma che normali non sono affatto. E, anche in questi casi, quindi, noi minimizziamo. Restiamo in silenzio, giustifichiamo tutto e tutti, ripetendo a noi stesse che, in fondo, va tutto bene.

E invece queste situazioni ci offendono.

Ci offende non avere risposta quando rivolgiamo una domanda ad un uomo che amiamo; ci offende che lui, mentre noi parliamo di un argomento, invece di mostrare interesse, si metta a parlare d'altro; ci offende che, quando chiediamo chiarimenti ad un uomo su un problema qualsiasi, lui ci risponda seccato e con aria di sufficienza, come se noi fossimo delle povere idiote prive di cervello; ci offende che ogni cosa che facciamo venga denigrata e che i nostri piccoli successi vengano ignorati; ci offende che un uomo non si preoccupi di avvisarci se esce, magari sforzandosi di dire "Ciao"; ci offende che non ci informi su qualcosa, in modo da poterci dire qualche giorno dopo: "Io te l'ho detto, sei tu che non ti ricordi", instillandoci il sospetto di avere un inizio di Alzheimer.

Devo continuare?

Tutti questi comportamenti io li considero forme di violenza. E' una violenza sottile, subdola, che mina a poco a poco l'autostima delle donne, toglie loro la capacità di pensare positivamente, le riduce ad anime fragili in balia dei loro carnefici. Come un tarlo che rosicchia il legno fino a renderlo inconsistente. Occorre molta, moltissima forza per opporsi a certe situazioni, perché bisogna avere voglia di discutere, di litigare, di urlare, di rendere pan per focaccia.

E' per questo che sono convinta che una donna possa trovare la felicità solo se smette di cercarla in un uomo. Serenità, soddisfazione, coscienza del proprio valore sono alla portata di tutte, ma occorre che ognuna le cerchi dentro di sé e nelle cose che riesce a realizzare.

Sempre.

Senza sperare di sentirsi dire "Brava".


 
 
 

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