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Addio a Dario Fo

  • Laura Zappata
  • 13 ott 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Caro Dario,

ci volevi tu per "stanarmi", per indurmi a riprendere il filo interrotto di questo mio blog; tu, che io ricordo con i tuoi lazzi e la tua voce che poteva estendersi dai toni più bassi al falsetto più acuto; tu, con quel tuo fisico un po' ballonzolante che nemmeno con l'età riusciva a stare fermo sulla scena; tu, castigatore ironico, che mai ti abbassavi alle volgarità; tu, che lanciavi strali in punta di forchetta e scherzando incenerivi tutti.

Stavolta, però, devo dirti che lo scherzo non mi è piaciuto affatto. Questo brutto scherzo che ho trovato sulla rete stamattina potevi evitarcelo. Almeno potevi rimandarlo ancora un po'.

Non è mai il momento di morire per chi, come te, ha accompagnato un'intera generazione e l'ha aiutata a crescere. Sì, mi hai aiutata a crescere, anche se non ti ho mai incontrato personalmente. Ricordo bene quando, studentessa universitaria, assistevo ai tuoi spettacoli milanesi. Quante risate! Scendevano i lacrimoni dal gran ridere. Ma dopo, a rifletterci, quante verità venivano a galla, quanti scheletri nell'armadio, a quanta amara evidenza ci mettevi di fronte!

Tu ci guidavi, come una torcia nel buio, a vederci chiaro, a non lasciarci riempire la testa da false verità, ad usare il cervello, a dissipare la nebbia del conformismo e della censura. E tutto questo sempre da gran signore. Mai ti lasciavi andare al turpiloquio, come tanti comici attuali, mai a battute di basso livello. Castigavi, sì, senza pietà, ma con eleganza, con il sorriso. E, proprio per questo, il tuo messaggio arrivava forte, chiaro e indelebile. Indelebile, sì. Aderiva al nostro cuore come una vernice invisibile, ed è lì che si trova ancora adesso, adesso che noi, i "tuoi" studenti, abbiamo i capelli quasi grigi.

Mi rendo conto che i giovani di adesso, forse, sanno poco di te, non hanno vissuto il tuo teatro dal vivo e probabilmente nemmeno conoscono gli avvenimenti a cui i tuoi testi fanno riferimento. Ma per fortuna la tecnologia ci aiuta: ci sono i video, i dvd, le tue opere in libreria. Sta a noi, ora, divulgarli affinché il tuo messaggio continui a vivere anche dopo di te. Tu non ti sei spento, caro Dario, non ti spegnerai mai. Tutti noi che ti abbiamo ascoltato ti portiamo nel cuore e le tue parole e la tua ironia continueranno ad illuminare il nostro cammino.

Ciao, Dario, ti ringrazio perché, per quanto mi riguarda, un pezzettino di quella che sono adesso è anche opera tua.


 
 
 

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