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Emozioni d'inizio anno scolastico

  • Laura Zappata
  • 2 set 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Sembra pazzesco, ma io a settembre ho voglia di ricominciare.

Sarà per l’effetto rilassante e risoratore delle vacanze, sarà per il periodo passato lontano dalle aule scolastiche, sarà per le giornate che mi sussurrano che l’estate volge al termine, io sono felice di tornare a scuola.

Rivedere i vecchi colleghi o conoscere quelli nuovi, magari scoprendo che qualcuno di loro proprio nuovo non è perché l’hai già incontrato chissà quando, chissà dove; trovarsi in riunioni interminabili prima dell’inizio delle lezioni, per programmare, conoscere le novità, aggiornarsi, decidere, progettare attività, capire i problemi degli alunni, confrontarsi con le maestre, con la preside; aggirarsi per istituti dove non sei mai stata, ma che presto conoscerai al punto da poterli percorrere ad occhi chiusi, perché saranno parte di te, come una nuova casa, una nuova pelle; vedere i sorrisi accoglienti dei docenti che si chiedevano: “Chi sarà la nuova prof? Come sarà? Andremo d’accordo?” e scoprire che starai bene con loro.

Ecco, ora capisco che durante l’estate tutto questo un po’ mi è mancato.

E mi sono mancati anche i visetti che mi osservano dai banchi, con gli occhi vispi o spaesati, attenti o frastornati; mi sono mancati gli onesti e i furbetti, i diligenti e gli svogliati, i silenziosi e i chiacchieroni.

Mi sono mancati anche i genitori, sì, proprio quelli che un giorno ti sbranano e alla fine ti ringraziano per avergli bocciato il figlio; i genitori che arrivano agguerriti per difendere il pargoletto e poi se ne vanno con gli occhi bassi dopo che hai spiegato loro la reale situazione; i genitori che dall’inizio ti amano e quelli che dall’inizio ti odiano.

Mi sono mancate le discussioni con la preside, quell’anima nello stesso tempo autorevole e comprensiva, che di fronte ai genitori difende il tuo operato senza riserve, ma che poi ti prende da parte per spiegarti cos’hai sbagliato.

E quest’anno, chissà cosa troverò in questo nuovo anno scolastico?

Come saranno i bambini della prima media? Quelli che ti inteneriscono al primo sguardo, perché li vedi timidi, titubanti, spaesati, piccole creature in cerca di una guida che li prenda per mano in un mondo che si preparano ad esplorare, ma comunque pieni di curiosità e di interesse. E quelli di seconda, prede delle prime inconfessabili tempeste ormonali, come saranno? Agitati, come al solito, contestatori, pronti a coprirsi e difendersi l’uno con l’altro. E la terza? Partirà rilassata, perché tanto loro sanno già come funziona, ma poi si sveglieranno improvvisamente ad aprile: “Ehi, ragazzi, tra poco abbiamo gli esami!”

E, forse, troverò quegli alunni particolari, quelli che ti creano un problema dopo l’altro, quelli che ti tolgono dieci anni di vita in un giorno solo. Come quello che si è nascosto nell’armadio della terza A e c’è rimasto ore, mentre nell’istituto insegnanti, bidelli e preside cercavano dappertutto con il cuore a mille. E poi, quando ormai si temeva il peggio, lui esce dall’armadio nel bel mezzo di una verifica di storia, suscitando nei compagni un boato di risate.

O quella bimba, piccola, piccola, talmente piccola che sembra di terza elementare invece che di prima media, tremante, indifesa, che arranca nello studio e fatica sette camicie. E che poi un giorno ti frega contraffacendo i voti sul libretto, trasformando un tre in un otto e un cinque in un nove. E tu ti rendi conto che dove vuole lei ci arriva benissimo. E, naturalmente, non sai più che pesci prendere.

Incontrerò tutti quei visetti di cui dovrò imparare velocemente il nome, pronti a salpare sulla grande nave della scuola media, pronti a diventare piccoli adulti di domani, tra ostacoli e soddisfazioni.

E’ pazzesco, ma io a settembre ho voglia di ritrovare tutto questo.


 
 
 

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